Credo che la psicoterapia sia una buona opportunità da offrire a chi desidera prendersi cura di sé, cambiare aspetti della propria vita che creano forti disagi emotivi o fisici, o semplicemente… imparare ad essere un po’ più felice. Uso questa espressione citando Daniel Siegel, medico, psicoterapeuta, educatore e scienziato che si prodiga per divulgare le buone notizie" provenienti dalle neuroscienze: "creare il benessere nella nostra vita mentale, nelle nostre relazioni significative e nei nostri corpi, è una capacità che può essere appresa". I Greci usavano il termine eudaimonia per parlare della felicità, intesa come la buona realizzazione del proprio demone, quindi della propria virtù, della propria natura profonda... da qui l'invito a dedicarsi a conoscere se stessi. Il concetto di eudaimonia è un concetto interessante: non si concentra tanto sul contenuto inafferrabile della felicità, ma sul suo carattere di orientamento, la rende un valore pratico: la felicità diventa la motivazione per intraprendere un viaggio alla scoperta di sé o per dedicarsi a coltivare il proprio giardino interiore...
Un terapeuta può offrire la propria presenza, la propria esperienza, il proprio know-how e portare con sé un po' di attrezzatura.
Lowen sostiene che, se abbiamo intenzione di ritrovare la salute, intesa come integrazione tra mente, corpo ed emozioni, è necessario intraprendere un viaggio alla scoperta di se stessi e che la prima tappa di tale viaggio è la consapevolezza di sé. Egli scrive: "L'auto-consapevolezza è una funzione della sensazione. E' la somma di tutte le sensazioni del corpo provate contemporaneamente. Una persona sa chi è grazie all'autoconsapevolezza".
"Si tratta dunque di Attraversare le emozioni: con questa espressione si intende sia di incontrarle, cioè di non fermarsi sulla riva prima del loro flusso, sia di non rimanere bloccati dentro di esse, ma di riemergere dopo di esse, sull'altra riva dell'incessante scorrere del fiume degli stati d'animo emotivi".
"Tutti i vari 'promotori dello sviluppo' che accompagnano un ragazzo nel suo percorso scolastico, tenendo conto delle sue caratteristiche neurobiologiche, del suo vissuto personale, e della rappresentazione sociale della sua condizione, realizzano un’azione che porta ad uno sviluppo positivo. Questo è utile per tutta la società, perché è interesse della società che i ragazzi, diventati adulti, sappiano prendersi cura della propria comunità".